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INNOVAZIONE E RICERCA PER UN’ECONOMIA CIRCOLARE SOSTENIBILE

Far apparire salutare e pulito un prodotto è ormai diventato lo scopo principale di ogni sorta di spot o speech di vendita. Questa necessità di essere (o quanto meno apparire) green ha spronato numerose aziende a considerare la “sostenibilità” come un mantra da diffondere e da implementare a tutti i livelli, sia di produzione che di vendita.
A livello aziendale si sta affermando il CSR (Corporate Social Responsibility), che ha l’obiettivo di orientare le diverse società verso una vision maggiormente sostenibile, in grado di promuovere un senso di responsabilità sociale d’impresa e che risponda alle esigenze di tutti gli stakeholder coinvolti nella catena produttiva e distributiva.
Implementare in un’azienda le politiche di CSR non è un processo immediato ma richiede ai manager e a tutti coloro che compongono la struttura aziendale, la volontà e la capacità di apportare un cambiamento radicale, passando da una più tradizionale economia a consumo verticale, a un’economia più sostenibile a consumo circolare.
Uno degli esempi più evidenti di implementazione di un’economia circolare è rappresentato dalle ONG, che finanziate da grandi gruppi esterni desiderosi di apparire “sostenibili”, divulgano iniziative private finalizzate alla promozione di:

Associazionismo: il processo di aggregazione di più imprese, che condividono una comune politica produttiva, organizzativa o di vendita, pur mantenendo una propria fisionomia individuale;
Inclusione Sociale: la condizione in cui tutti gli individui vivono in uno stato di equità e di pari opportunità, in assenza di forme di discriminazione e sempre nel rispetto della diversità.

Negli ultimi anni, un numero crescente di imprese si è avvicinato alla promozione della sostenibilità, investendo capitali sempre più ingenti nell’innovazione e nella ricerca e trasformando le politiche di CSR nel core business dell’azienda stessa.
Due degli aspetti su cui si sono maggiormente concentrate le imprese riguardano la stima della cosiddetta “impronta di carbonio” e “impronta ecologica”, lasciate tramite l’attività aziendale.
Ad oggi, sono due gli indicatori principali in grado di agevolare le imprese nella misurazione e nella rendicontazione di questa “impronta”:

Carbon Footprint: va a misurare la quantità di CO2, CH4, Ossido Nitroso N2O, Idrofluorocarburi HFCS, Perfluorocarburi PFCS e Esafluoro di Zolfo SF6, emessa in tutto l’arco produttivo. Un prodotto per essere a basso impatto ambientale e per influire il meno possibile sui cambiamenti climatici, dovrebbe presentare livelli di Carbon Footprint prossimi allo zero o addirittura negativi;
Ecological Footprint: rappresenta in modo figurato quanti “Pianeta Terra” sarebbero necessari per sostenere l’attuale consumo di risorse e le emissioni odierne senza conseguenze irreversibili per la Terra (indice attuale = 1,7 “Terre”).

Una delle aziende che maggiormente si distingue in ambito CSR è il Gruppo Aquafil, una multinazionale tessile della provincia di Trento, che conta 14 società in 11 paesi e che è stata in grado di produrre una fibra di nylon 100% sostenibile. Partendo dalla necessità di smaltire in modo eco-compatibile vecchie reti da pesca ormai logore, Aquafil ha dato il via ad un processo in grado di autoalimentarsi all’infinito. Grazie ad alcuni processi chimici raffinati nel corso degli anni, questa società riuscita a trasformare gli scarti costituiti dalle vecchie reti da pesca in una nuova materia prima, pronta per la lavorazione. Inoltre, i guadagni ottenuti da questo processo hanno permesso ad Aquafil di stanziare oltre 5 milioni di euro per investimenti atti all’adeguamento delle strutture e alla depurazione delle acque reflue.
Il Gruppo Aquafil non si è solo limitato a rispettare le normative che definiscono le politiche di CSR attualmente in vigore, ma è riuscito a modificare la vision aziendale, implementando un’economia circolare in tutta la catena di produzione, aumentando i guadagni (nel 2016 ha fatturato 482 milioni di euro), nonché la soddisfazione dei suoi clienti, che preferiscono pagare di più un prodotto purché presenti un’elevata qualità e un basso impatto ambientale, con un Carbon Footprint prossimo allo zero.
Per riuscire ad implementare una vision di sostenibilità, circolarità e impatto zero, pur mantenendo un profitto elevato, risulta quindi necessario ripensare all’intera struttura aziendale in ottica di CSR, promuovendo ricerca e innovazione continue.

(Fonte: Anna Pasotti, ASkonsulting www.askonsulting.it – PARTNER RiL saving)

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